STORIA
La storia di questa associazione nasce con Giovanni.
Giovanni era un bambino nato prematuro a 33 settimane, che forse non era stato pensato per questa terra. A noi è stato donato per conoscere cosa sono gli Angeli e capire i loro miracoli.
Nei mesi di vita in cui Giovanni è rimasto con noi, ha lasciato un segno indelebile di forza e coraggio con quel suo viso furbo e attento che incantava e commuoveva.
Dalla nostra amicizia è nata “Le Ali di Gio “, per testimoniare e continuare quello sguardo verso l’Infinito che il piccolo Giovanni ci ha insegnato.
Lo scopo dell’associazione in questo primo anno di esercizio sarà di finanziare due borse di studio per la formazione di personale infermieristico della Patologia Neonatale. Sono infatti loro, le persone che per prime si prendono cura di nostri piccoli prematuri, li rendono forti fino a traghettarli alla vita
Sono le sei della mattina
mi sveglio
è il giorno più bello della mia vita
oggi nascerà mio figlio
sono sicura di tutto : del nome , dell’orario in cui inizierà il cesareo,
so che non sarà semplice
è un prematuro ma è forte, lo so
e allora parto , mi alzo ,cerco di fare la doccia sono ormai abituata alle mie dimensioni,
Mi metto un liquidò giallo sulla pancia come mi hanno detto di fare
È la prassi prima dell’intervento
è arrivato si è arrivato il giorno
il giorno più importante della mia vita
Via con la barella e poi,
il ricordo solo di alcuni momenti
Nella sala operatoria sento i dottori che parlano del film della sera prima
“Il segreto dell’acqua” un film con Scamarcio
l’ho visto anch’io nel mio letto in camera massaggiando questa pancia enorme che tra poco si svuoterà come un soufflé appena sfornato
cominciano a tagliare,
sento il bisturi così lo dico, ma nessuno mi sente dietro il grosso telo verde
tutto è veloce, velocissimo
mi avevano detto che il mio bambino essendo prematuro non avrebbe gridato
non avrebbe mai emesso nessun gemito, troppo piccolo e troppo piccoli i suoi polmoni
È tutto normale per i prematuri
quindi mi ero preparata a non sentire niente, dietro questo telo verde che con cura l’infermiera mi aveva messo prima di iniziare l’intervento
invece dopo appena 10 minuti sento un urlo forte, chiaro e felice di essere nato
lo sento, lo sento per la prima volta , sento per la prima volta la sua voce, urla come un matto
E’ Giovanni
La dottoressa mi dice subito: caspita è piccolino ma ha già un carattere molto forte
e’ allora che capisco!
non sarebbe stato un bambino ordinario
Tutto passa velocissimamente
A un certo punto vedo l’ostetrica che lo prende in braccio , lo avvicina a me
mi metto gli occhiali per vederlo bene
gli do un bacino sulla fronte e la sua pelle sa di latte,
sa lo stesso profumo della mia
E’ come se ti avessero tolto qualcosa uguale a te, identico, un’appendici di te
E’ il tuo bambino
Le ore successive non sono proprio così chiare nella mia mente
Ho cominciato a perdere sangue
Mi dicono sia una grossa emorragia
ricordo solo tante ore nella sala postparto monitorata da una macchina che prendeva la pressione
un tintinnio continuo del mio battito cardiaco
Ho sonno ho solo tanto sonno
dormo e mi sveglio di rado
appena vedo la dottoressa chiedo di Giovanni di come sta, sai è un bambino prematuro tutti mi avevano avvisata
i bambini prematuri sono sempre un’ incognita
Non sarebbe stato facile
invece mi dicono che è tutto a posto
È lungo, pesa 2,4 kg non è poco!
E’ andato in pat. NeoNatale con il papà
è sveglio a ha due begli occhioni
poi entra nella sala Mirco, mio marito mi dice :Francy ti assomiglia un sacco ha i tuoi occhi
Come se a me interessasse la somiglianza l’unica cosa che ho in mente è se sta bene
di me non interessa nulla
Alla fine dopo quattro ore mi spostano passo per i corridoi in barella
incontro la mia mamma, mio papà, la mia famiglia, la mia amica Angie
tutti mi guardano e a vedere le loro facce non devo essere tanto in forma
un viso stanco, Angi mi dice : Francy sei verde, sei verde in faccia come stai?
Arrivo fino alla stanza del reparto
li vedo una ragazza, si chiama Francesca come me
è piccolina come me,
porta gli occhiali come me
sì, qualcuno deve avermela messa lì dal Cielo
Continuano ad entrare persone nella stanza, parenti amici i miei nipoti
stento a vederli, ormai il sangue perso è tantissimo
non sento tanto i loro discorsi
le energie sono finite
alterno sonni profondi a risvegli nei quali non capisco cosa sia successo e l’emorragia continua
Durante la notte le infermiere si alternano mi fanno le flebo,
mi torturano schiacciandomi la pancia
E Francesca sta li a vegliare che la situazione non precipiti
Arrivano le sacche di sangue, ricomincio a sentire cosa accade attorno a me
E’ mattina, ce l’ho fatta
Il sangue a smesso di scorrere
Conosco finalmente questa mia compagna di viaggio che senza sapere nulla di me ha passato la notte ad assistermi
Li nasce la nostra amicizia
Questo è l’inizio delle ALI DI GIO’